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Rivista Costruttori Romani numero di marzo-aprile 2013

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di Giancarlo Goretti. Ma per cambiare, basta agitarsi e urlare? Magari! In un Paese di urlatori come il nostro, saremmo stati coinvolti in un vortice di cambiamenti continui. Invece niente, prima immutabilità, poi, nelle ipotesi che si affacciano, addirittura paralisi. Eppure, oggi la voglia di cambiamento c’è, come hanno mostrato le recenti elezioni politiche. Un incredibile numero di persone è passato dal ruolo di spettatore a quello di attore saltando sul palco a piedi uniti. Il problema è che adesso non ci si può far spaventare dalle luci della scena e rimanerne accecati. Ma lo sanno che attore non vuol dire solo interpretare una parte in uno spettacolo ma lo è chi partecipa attivamente e direttamente a una vicenda reale?

Nascondersi tra le quinte non è permesso, stare in scena con la bocca secca, senza nulla da dire, non è permesso, aprirla solo per dargli fiato, senza canovaccio da seguire o regia, non è permesso, a meno che non si voglia cenare con pomodori e uova, (oddio è pur sempre una soluzione).

L’espressione del volto civile del dissenso è sicuramente sintomo di evoluzione e controllo, ma non può costituire un limite all’azione. Non si può rimanere inermi nella scia del declino. Non è questione di programmi, sono per tutti obbligatoriamente gli stessi, (nessuno provi nemmeno ad azzardare inutili sofismi), è questione di volontà , di onestà, di rispetto per gli altri. Il lavoro è una cosa seria; chi ancora lo ha, perché magari protetto da un sistema pubblico-sindacale, non creda che a posto lui a posto tutti, sarebbe una visione miope e distorta, se non pericolosa. Se qualcuno, invece, ancora fa finta di non capire che un’impresa rappresenta per tutti lavoro, crescita economica, sviluppo, ricchezza sia per lo Stato che per la comunità, vuol dire che non vuole capire, pertanto è inutile parlargli di impegni, pensieri, affetti e sacrifici che l’alimentano, perché purtroppo è un deficiente…di consapevolezza.

UNO SGUARDO,VERSO CHI GIÀ GUARDA AL FUTURO.

a cura degli studenti del Gruppo di lavoro del corso in Gestione del Processo Edilizio.

Il miglioramento delle condizioni di efficienza, di trasparenza e di efficacia dell’azione amministrativa dovrebbe costituire un obiettivo di primaria importanza per una Pubblica Amministrazione che sempre più si deve, nell’espletamento delle attività istituzionali, relazionare con imprese e cittadini.

Una crescente domanda di semplificazione dei rapporti tra cittadino, imprese ed uffici pubblici, di maggiore efficienza dei servizi e – al contempo – di razionalizzazione della spesa, ha guidato, a partire dai primi anni Ottanta, l’introduzione dei sistemi informativi automatizzati negli uffici pubblici, in un processo costante in cui le tecnologie hanno assunto un principale ruolo di rinnovamento dell’apparato burocratico.

Ma ancora non basta! Troppo spesso, infatti, operazioni di trasformazione, miglioramento ed efficientamento delle nostre città scontano procedure lunghe ed estenuanti con il solo risultato di scoraggiare investimenti e far arretrare il Paese in termini di servizi e strutture al servizio dei cittadini. L’adozione delle ICT, consentirebbe invece, se ben strutturata, un innalzamento dei livelli di efficienza dei processi di gestione del territorio. Prendiamo pure esempio da altri paesi, contestualizziamone gli intenti ma l’Innovazione deve costituire la parola d’ordine delle future classi dirigenti. Su questi temi, lo scorso 13 novembre, è stato ospite in webconference da Singapore, del nostro Corso di Laurea in Gestione del Processo Edilizio della Facoltà La Sapienza di Roma, Gianluca Lange, Industry Sales Manager italiano di una nota software house statunitense. Singapore, città in continua mutazione e rinnovamento, è un piccolo Stato insulare costituito da 63 isole, situato sulla punta meridionale della penisola malese, con un estensione di 710 Kmq. Essendo una piccola isola non è dotata di risorse primarie proprie, è costretta ad acquistare materie prime e competenze tecniche altrove. Ridotte dimensioni, scarsità di risorse e forte immigrazione che potrebbero costituire quindi una forte compromissione delle potenzialità di sviluppo, a Singapore sono divenute invece forti motivazioni per realizzare una città efficiente. A Singapore il sistema CoRENet e-Plan Check è un progetto interamente finanziato dal Governo. Il progetto mira alla favorire la migrazione dell’intero processo edilizio, dal tradizionale approccio 2D ad un approccio per modelli che fungono da database che può essere progressivamente arricchito lungo il ciclo di vita di un edificio, dalla progettazione, alla costruzione fino alla demolizione.

Da più di dieci anni Singapore ha avviato Corenet, un iniziativa di E-Government, che sfrutta la tecnologia per scambiare informazioni con il mondo dell’industria, da qui i progetti non sono più presentati in formato cartaceo, ma su supporti digitali. A Singapore esiste un ramo del Ministero, BCA, che regola e legifera nel settore delle costruzioni. Qui rispetto al quadrante Europa ed in particolar modo alla nostra bella Italia, il settore costruzioni prevede già da tempo l’entrata in vigore dell’utilizzo di nuove tecnologie come il BIM, ma anche il riconoscimento di nuove figure professionali all’interno della filiera dell’edilizia, come il Project Manager.

A detta di Lange: ”Singapore ad oggi è l’esempio di città dove tutte le cose si possono fare, fatte bene.” Riguardo il tema della Sostenibilità è una Città meno evoluta, soltanto perché qui il costo dell’energia è ancora basso, ed ancora non sono arrivati alla forte necessità di ridurre il consumo energetico. Ciò nonostante, una norma entrata in vigore quest’anno prevede la certificazione energetica di tutti gli edifici entro il 2015, quindi c’è una forte tendenza all’evoluzione anche nel settore energetico. Il Building Information Modeling (BIM) è inteso come un vero e proprio

metodo di lavoro diverso da quello tradizionale, reso possibile da alcune tecnologie software. Nei casi della progettazione civile o infrastrutturale, l’impiego del BIM permette al progettista di avere a disposizione un modello che lo accompagna dalla fase concettuale fino a quella costruttiva, che simula il progetto nelle sue parti formali e funzionali prima che venga realizzato. Allora ipotiziamo il BIM come un passo avanti del settore edile. Perché allora gran parte delle imprese sono ancora restie verso questo tipo di approccio? Lange risponde: ”Sicuramente uno dei maggiori ostacoli è il processo d’incrementazione, di start-up, che comporta un costo nella fase iniziale, e le imprese culturalmente arretrate si domandano: “Se ho buoni guadagni perchè cambiare? Perchè rinnovarsi?” Mentre dall’altro lato: “Se ho un’impresa in difficoltà non posso permettermi innovazioni!”

Ebbene c’è una risposta molto semplice ed intuitiva a tutto questo, basta vedere il tutto sotto l’ottica dell’investimento. Investimento che solo a Singapore negli ultimi due anni ha raggiunto oltre 8 Milioni di dollari, e che, nei prossimi 5 anni, ha messo in valutazione l’erogazione di un fondo di 85 Milioni di dollari. La BCA di Singapore ha come obiettivo, per il 2015, l’incremento della produttività nel settore delle costruzioni, inoltre dal 2015 tutti gli edifici dovranno essere presentati in BIM, sfidando il concetto che per approvare e costruire un progetto siano necessari disegni 2D. In Italia, avviene con sempre maggiore difficoltà il riconoscimento di nuove figure professionali, si vede sempre il costo e non il potenziale dell’investimento, inoltre c’è una carenza di risorse dovuta alla mancanza della cultura del “ricostruire”, la vita degli edifici non può essere eterna, e il ricostruire comporta sempre l’utilizzo di nuove tecnologie e quindi il miglioramento dell’efficienza degli edifici.

Viviamo in un periodo in cui l’innovazione tecnologica, sia sotto il profilo hardware che software, ha raggiunto un tale livello di perfezione ed adattabilità alle varie realtà lavorative che sarebbe miope e regressivo non approfittarne.

Quindi chiediamo al nostro Governo ed al mondo delle costruzioni di puntare lo sguardo, verso chi lo sguardo lo ha già rivolto al futuro.

marzo-aprile-2013

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