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Rivista Costruttori Romani numero di novembre-dicembre 2012

Le regole dell’attrazione del nucleo.
di Giancarlo Goretti Presidente della Fondazione Almagià

In natura, tutto gira con ferree, a volte incomprensibili,regole. Gli elettroni che ruotano vorticosamente attorno al loro nucleo di protoni e neutroni, senza seguire un’orbita precisa, altro non sono che il modello universale del comportamento della materia, dell’uomo e del suo stesso pensiero evolutivo. Non fa eccezione l’organismo città, pur con tutte le sue farraginose sovrapposizioni di incontri-scontri, né più né meno come in un formicaio, molto lontano dall’ordinato incedere dell’universo.Ma se andiamo poi in fondo alla questione,val bene osservare che alla base della vita, una certa confusione, almeno apparente, c’è nel suo procedere verso lo sviluppo e la crescita.Voglio arrivare a dire che il problema più grande nel funzionamento, sia tecnico che sociale di una città, risiede non tanto nella scomposta progressione dei fattori per la sua crescita: case, trasporti, servizi ecc. ma nel modo con il quale tali singoli elementi si correlano tra loro. L’unico collante che oggi può far muovere la città (un vero ossimoro) è l’Informazione, quella con la i maiuscola che raccoglie il sapere del singolo e della massa: quando arriva il prossimo autobus, l’orario degli uffici pubblici, le manifestazioni in tempo reale, dove trovo un dentifricio per cani, un bar con un bagno funzionante e così via. Una informazione spiccia che non pretende di invadere il campo della cultura né della conoscenza degli eventi esterni al nucleo, ma solo e soltanto ciò che nel nucleo accade. Oggi, la scarsa informazione che c’è, non è sufficiente a rendere funzionale il sistema degli spostamenti, che ritengo sia il vero nodo della questione. Eppure Internet, la banda larga, il wi-fi, cellulari e tablet non sono corpi estranei al sistema urbano. Ne siamo singolarmente tutti coscienti utilizzatori, è solo necessario rendere le nostre informazioni accessibili con rapidità esemplicità agli altri, consentendone la condivisione, così che l’autista del bus possa comunicare a quale fermata è arrivato o la presenza dei blocchi del traffico, e il cittadino che abbia una emergenza possa trasmetterne la tipologia e lanciare richiesta di aiuto (con buona pace del Sig. Beghelli). Si tratta insomma di mettere in rete la città, di farci avvolgere da onde per una volta utili e non solo danno se come affermano alcuni. Non sarà certo il wireless a peggiorarci le cose, tutt’al più darà valore all’odierno significante vuoto di “smart city”.

L’Italia è ad un bivio. Dalla gestione alla pianificazione delle città: incapacità ed errori, ma anche, in nonpochi casi, situazioni virtuose di grande interesse. di Livio Sacchi

Il discorso sulla città contemporanea coinvolgele competenze più diverse, da quelle politico amministrative a quelle scientifico-tecnologi che fino a quelle di carattere più propriamente urbanistico e architettonico. Una gran parte ditale dibattito si svolge oggi all’interno dell’ampio orizzonte della sostenibilità, sul piano delle risorse (prima fra tutte l’acqua), dell’autonomia energetica, dei rifiuti ecc., con città sempre più smart, efficienti e ambiziose, e sempre più green, ecologiche e meno inquinanti. Un altro ambito primario è costituito dalla mobilità edalle infrastrutture, dal rapporto fra la città, le sue parti e il suo territorio.C’è poi il grande tema della gestione del passato, dell’heritage,dei centri storici, del recupero e del restauro, ma anche della densificazione del costruito, del riuso edilizio, delle riconversioni, delle demolizioni,con tutti i problemi legati alla residenza, al social housing ecc.Ci sono ancora i temi di carattere antropologico e socio-politico, legati ai crescenti flussi migratori, alla compresenza, talvolta conflittuale, di culture e religioni diverse, alle disuguaglianze di carattere economico,alla crescita demografica, alla sicurezza. L’impetuoso sviluppo urbano verificatosi negli ultimi decenni, soprattutto in alcune aree geografiche del mondo, ha costretto a una riconsiderazione a tutto campo del knowhow necessario alla gestione e alla pianificazione delle città, lasciando spesso emergere, con allarmante evidenza, incapacità ed errori, ma anche, in non pochi casi, situazioni virtuose di grande interesse. La gara è aperta, la mobilità sociale propria della contemporaneità premia le città in grado di gestirsi bene e garantire qualità della vita ai propri abitanti,penalizzando quelle che non ne sono capaci e offrono scarse prospettive a chi vi risiede: una competizione che non perdona, sulla quale sappiamo che si gioca il benessere nostro e dei nostri figli, il futuro nostro e delle generazioni che seguiranno, ma anche il futuro della nostra stessa cultura e, diremmo, della nostra storia.Una responsabilità immensa, alla quale siamo forse spesso impreparati e inadeguati; una progettualità estesa alla scala metropolitana che non è mai dibreve periodo e che, per avere senso e produrre risultati concreti, deve spaziare dai 20 ai 50 anni, ben al di là dei ristretti intervalli temporali di Governi centrali e Amministrazioni locali, spesso più preoccupati delle prossime elezioni che delle prossime generazioni;ma anche una sfida forte ed emozionante,che non può lasciare indifferente nessun uomo o nessuna donna di buona volontà.

Di fronte a un quadro così complesso, reso peraltro ancor più difficile dal perdurare di una crisi che assedia,ormai da alcuni anni, l’Occidente in generale e l’Europa in particolare, i progettisti, i costruttori, i developer e gli investitori non possono che fare gioco di squadra, imparando a lavorare insieme superandole logiche particolari. Da architetti, poi, non possiamo che chiederci qual è il ruolo dell’architettura su uno scacchiere così complesso. Marginale, temiamo,se la progettualità si ridurrà a semplice gioco formale: senza negare l’importanza di alcuni spettacolari edifici recenti nelle complesse dinamiche evolutive delle maggiori città contemporanee,non è raro assistere alla loro degenerazione al rango di cliché abusati e sempre meno interessanti. Centrale,ci auguriamo, se la progettualità sarà invece in grado di raccogliere e rispondere, con competenza,serietà e creatività, alle grandi sfide professionali poste dall’era urbana. È ciò che, forse, intende dire Peter Eisenman, fra gli architetti e gli intellettuali più attenti e sensibili della scena internazionale,quando scrive: “A mio giudizio, con il progetto l’architettodefinisce il mondo (…). Con la professione, il mondo definisce l’architetto”. (Cfr. T. Gannon, MarchMadness, in “SCI ARC”, n. 4, p. 7).

BIM MANAGER. CONSEGNATI GLI ATTESTATI  CORSO DI APPROFONDIMENTO. A cura della Fondazione Almagià

Presso la Facoltà di Architettura – La Sapienza,si è svolta la consegna degli attestati relativi al corso di 40 ore per BIM Manager promosso dalla Fondazione Almagià e dal Gruppo Giovani dell’ACER.L’adozione di processi progettuali, produttivi e gestionali degli edifici e delle infrastrutture, basati sul Building Information Modeling (BIM), è una realtà consolidata in molti paesi (USA, UK, paesi scandinavi,Cina, Singapore e sud-est asiatico, Australia). Nel panorama italiano, il BIM è considerato,dalle più recenti ricerche CRESME,uno dei driver dell’innovazione del settimo ed attuale Ciclo Edilizio. Al fine di incentivare l’innovazione applicata al settore delle costruzioni, la Fondazione Almagià ed il Gruppo Giovani ACER hanno promosso un corso di approfondimento BIM: il corso, rivolto agli studenti del 2° anno del Corso di Laurea in Gestione del Processo Edilizio-Project Management (Facoltà di Architettura – La Sapienza), ha visto la partecipazione di dieci ragazzi/e, selezionati attraverso un bando di concorso avviato nel mese di luglio. Gli studenti così selezionati hanno partecipato ad un corso, organizzato dalla società Descor s.r.l, con il supporto di PICO, distributore Autodesk Educationalper l’Italia. Il percorso formativo ha consentito ai partecipanti di approfondire la conoscenza della piattaforma Autodesk REVIT applicata alla fase di costruzionedegli edifici e finalizzata alla elaborazione della progettazione costruttiva, tipica dell’ufficio tecnico d’impresa. Il Presidente della Fondazione Almagià, Giancarlo Goretti, nel corso della cerimonia, ha espresso grande soddisfazione per l’iniziativa che testimonia l’impegno dell’ACER per la promozione dell’innovazione e della cultura in edilizia, e ha ringraziato tutti i soggetti coinvolti nel progetto, a partire dall’Università, la quale è deputata a creare profili professionali aggiornati alle esigenze del mercato. Sul tema è intervenuto Marco Vivio, Vice Presidente della Commissione per la Formazione dell’ANCE, che ha ribadito il ruolo dell’Associazione nazionale e delle Associazioni territoriali per lo sviluppo di azioni sinergiche con le Università locali e ricordato il Protocollo con le Conferenze dei Presidi di Architettura e Ingegneria, siglato nel 2009, per la promozione di percorsi professionali che diano la possibilità ai giovani laureati di trovare una rapida collocazione presso le imprese di costruzionedi tutta Italia.La professoressa Anna Maria Giovenale,Presidente del Corso di Laurea, nel consegnaregli attestati, ha voluto ringraziare laFondazione e l’ACER per l’opportunità offertaagli studenti e il partner tecnico, Autodesk,per aver svolto un qualificatopercorso formativo. Gli studenti, in aulaper le lezioni di Rappresentazione del progettocantierabile, corso tenuto da FrancescoRuperto (Vice Presidente dellaFondazione), tra gli ideatori del bando,hanno manifestato il loro apprezzamento per la presenza sempre più frequente delle imprese dell’ACER nell’Università, confidando che vengano organizzate ulteriori occasioni di partecipazione a progetti per l’approfondimento di temi innovativi. Il Presidente del Gruppo Giovani dell’ACER,Alessandro Cardellini, raccontando alla platea la sua formazione di giovane architetto “alle prime armi” e delle relative difficoltà incontrate in azienda, visto il divario tra conoscenze teoriche acquisite ed il cantiere, ha invitato glistudenti a puntare sull’approfondimento dei temi dell’innovazione, come la metodologia BIM, sviluppata nell’ambito del corso di Autodesk, e di lavorare cercando di accrescere le doti personali di comunicazione e di lavoro in team.Molteplici le definizioni di BIM propostedalla letteratura scientifica. NBIMSUS(National Building InformationModel Standard- United States) lo definiscecome “Una rappresentazionedigitale delle caratteristiche fisiche efunzionali di un organismo (edilizio,infrastrutturale)… e una risorsa di conoscenzacondivisa delle relative informazionistrutturate su di una baseaffidabile per supportare tutte le decisionidurante il suo ciclo di vita; dallaprima concezione alla demolizione”.

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