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PROVERBI, MALEDETTI PROVERBI

Articolo di Giancarlo Goretti.

Vi ricordate i vecchi detti “date a Cesarequel che è di Cesare” o “Denaro crea Denaro”? Beh un altro proverbio di anticatradizione mistico-contadina recita “Crisiporta Crisi”. Temo purtroppo sia il più attuale in questitempi di arroganza e confusione. La mercepiù importante sembra sia diventato il denaro. Denaro inteso come moneta, contante,liquidità o come diavolo voletechiamarlo nei nostri mille modi dialettali.Ma non è buffo? L’hanno inventato per unificare il metodo di calcolo del valore deibeni e delle merci. Poi se ne sono appropriati per primi i banchieri, che l’hanno trasformatoa loro volta in merce stessa sconfiggendo definitivamente il baratto,ed oggi, a secoli di distanza, il sistema bancariomondiale ne ha fatto uno strumento di controllo e vessazione insuperabile. Come? Seguitemi. Prima hanno obbligatole imprese a crescere vilipendendo la teoriadel “piccolo è bello”, successivamente le hanno costrette a capitalizzarsi, una voltapoi arroccatisi dietro gli improbabili indici diMaastricht (cosa poi avrà fatto mai di male l’elegante cittadina dei Paesi Bassi per meritare questa orribile associazione proprio non lo so) dicevo, una volta fatto ben bene indebitare tutti, neanche fosse lo sceneggiatodella “Maschera di ferro” ci hannochiuso nelle segrete e buttato la chiave. Anzi, peggio, sono arrivati a farsi dare i soldi dalla BCE (debito che ovviamente grava su noi e le nostre famiglie) per poi reinvestirlo in titoli di Stato o addirittura presso la stessa BCE a tassi più redditizi diquelli passivi per l’acquisizione, tenendosi ovviamente ben lungi dal rimetterlo nel circuito dell’economia quotidiana di noi poveri dementi del volgo. Oggi ci chiediamo come sarà il futuro? Sarà una m… montagna di problemi, per on dire altro.D’altro canto i Sindacati continuano a difendere il posto di lavoro a chi ce l’ha già;i giovani, sentendosi ospiti in una nazione sempre meno loro, fuggono all’estero; tasse come l’Imu, di fatto una patrimoniale, dreneranno le ultime risorse monetarie delle famiglie; il crollo di ogni ideale (ed il comportamento dei nostri rappresentanti politici) ci allontana dalle Istituzionie… basta, inutile insistere, il finale è scontato:vinceranno gli opportunisti. Ma, mi chiedo, quale gusto possa essercia regnare sulle ceneri di una Nazioneenon sulle sue potenzialità di sviluppo. Ma no, lo so bene, la colpa è nostra che abbiamo lasciato anni fa la politica a chi,senza spirito eletto, considera il bene pubblico un tributo dovuto al suo sacrificio. Il potere è “megghiu che futtere”, ammonisceuna nota pellicola, se così è perdo di sicuro.

da Costruttori Romani, n. 3 marzo 2012. CR_03_2012 pag.53

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