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Civitavecchia e Fiumicino i nuovi porti per il turismo nel Mediterraneo

Traffico, mobilità e infrastrutture rappresentano criticità endemiche della Capitale che possono essere risolte attraverso un programma sistematico di interdipendenza settoriale
di Francesco Ruperto e Lorenzo Sette

Roma venerdì 4 dicembre 2009, giornata di pioggia, scioperi e alle porte di quello che per molti sarà il lungo ponte dell’Immacolata.  Proprio in queste ore stiamo preparando  il nostro contributo al numero di Costruttori Romani ……stop! Questo era l’inizio del nostro articolo di quasi due anni fa  e che  rimase alla incorporea forma digitale sui nostri desktop.

Lo pubblichiamo oggi, all’indomani della presentazione del  secondo polo turistico ma anche di altre iniziative mirate allo sviluppo del territorio, con l’auspicio che tutto quanto provammo ad immaginare allora diventi presto un tangibile realtà.

Roma venerdì 4 dicembre 2009, giornata di pioggia, scioperi e alle porte di quello che per molti sarà il lungo ponte dell’Immacolata.  Proprio in queste ore stiamo preparando  il nostro contributo al numero di Costruttori Romani il cui tema sarà: traffico, mobilità, infrastrutture. Un trinomio che suscita un sapore amaro, sinonimo di vero e proprio stato di emergenza,  famelico buco nero capace di inghiottire il tempo dei cittadini  deteriorandone la qualità della vita con incalcolabili costi per la collettività. Siamo così colti da uno sconforto sottile che ci porta a dilemmi che vogliamo difendere dal facile pericolo della retorica: la Roma dei Cesari e la Roma dei papi, del barocco……. asfissiata e  invivibile, alla continua rincorsa di rimedi palliativi ad un disagio profondo. Nessuna via d’uscita dunque?

Non abbiamo certo la pretesa nel nostro breve scritto di trovare soluzioni, ma un compito ce lo possiamo dare: contribuire alla definizione di una strategia generale, un progetto, una sequenza sistematica di azioni finalizzate ad uno o più scopi condivisi che consenta il superamento di un approccio troppo settoriale ai mali endemici della città, considerandoli invece come strettamente dipendenti l’uno dall’altro.  Un metodo di lavoro che, superando le arretratezze del passato, preveda per Roma un modello di sviluppo, originale ed unico come la nostra città, consentendole di riposizionarsi alla pari delle altre metropoli europee. Ogni considerazione in merito a traffico, mobilità e infrastrutture dovrà allora essere congenitamente finalizzata alla creazione e alla ottimizzazione di una rete neurale capace di dare  equilibrio.

Proviamo a leggere il nostro territorio, cogliamone la vocazione, proporre il nostro impegno di giovani imprenditori alla nostra città. La parola chiave potrebbe allora essere turismo !

Roma capitale di cultura. Abbandonate antiche diffidenze, occorre considerare la cultura, (in una accezione generale che comprende anche aspetti legati al culto, allo sport, allo spettacolo), come opportunità di rilancio sociale ed economico di Roma. Il lascito delle generazioni che ci hanno preceduto è immenso, proviamo allora a metterlo “a reddito” insieme a nuovi processi di sviluppo e di riuso urbano nella considerazione che le principali città europee hanno trovato proprio nei luoghi e negli spazi culturali i simboli delle nuove identità metropolitane. Consapevoli pure che la cultura è altra cosa da una merce plasmabile esclusivamente nel processo di trasformazione industriale, non vogliamo neanche entrare nella troppo spesso “ideologizzata” disputa tra sostenitori di tesi privatistiche o pubblicistiche in tema di valorizzazione dei beni culturali; ci limitiamo solo ad evidenziare che il potenziamento di elementi di richiamo turistico mediante una rinnovata politica di restauro e musealizzazione dei beni culturali della città innescherebbe un virtuoso  “effetto domino” a beneficio di diversi comparti produttivi.

Una infrastrutturazione finalizzata alla fruizione del bene o dell’attività

Roma baricentro del Mar Mediterraneo (e del Tirreno). Roma e i suoi porti, sarebbe un ottimo slogan pubblicitario per rilanciare il turismo marittimo a favore della nostra città. Roma deve sfruttare la potenzialità dei suoi porti: Civitavecchia, Fiumicino, Riva di Traiano e Ostia tramite un programma integrato di interventi sia pubblici e privati rivolti ad una migliore fruibilità di questo sistema portuale (gestito da un’unica autorità).

Civitavecchia è uno scalo di primaria importanza previsto per le compagnie di navigazione nazionali ed internazionali nelle loro crociere nel Mediterraneo. Migliaia di turisti ogni anno, giungono a Roma da questa vera e propria porta di ingresso via mare. Malgrado ciò, il trasferimento verso la capitale è troppo spesso ostacolato da colli di bottiglia derivanti da insufficiente rete viaria e ferroviaria.

Il Nuovo Porto di Fiumicino sarà il primo porto ecosostenibile di Italia e crediamo che la sua realizzazione dovrà essere accompagnata ad una forte integrazione con l’aeroporto Intercontinentale Leonardo da Vinci in maniera tale da permettere un forte sviluppo delle aree circostanti.

Ma v’e’ di più! Una articolata rete infrastrutturale porterebbe al rilancio delle pure ingenti ma sottoutilizzate risorse turistiche di tutto il litorale Romano: basti pensare a Cerveteri e alla sua necropoli, al castello di Santa Severa, a Ostia e alla sua importantissima area archeologica e a tutti quei potenziali poli di interesse turistico, oggi scollegati e avulsi da qualsiasi organico circuito di visite.

Turismo quindi, un sostantivo che, spesso accompagnato da aggettivi che ne qualificano l’accezione(culturale, ma anche religioso, sportivo, nautico,fieristico, ecc…), designa un settore in grado di utilizzare beni e/o attività di rilievo come “materia prima” con ingenti ricadute in ogni ambito produttivo ed economico. Troppo spesso però tale potenziale è andato sprecato; mortificato da una cronica carenza infrastrutturale, rappresentando oramai una risorsa clamorosamente sottoutilizzata del nostro Paese.

da Costruttori Romani, n. 5 maggio 2011.  CR_05_11

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