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Errare humanum est, perseverare diabolicum!
07/06/2011 | Filled under Articoli Rivista ACER "Costruttori Romani", in primo piano |
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Tra opere pubbliche che non partono ed emergenze difficili da comprendere e affrontare, ecco una breve fotografia del nostro congenito immobilismo
di Giancarlo Goretti,Presidente della Fondazione Almagià.
“Il controllo delle leggi è il mezzo più efficace per distruggereuna città, eccezion fatta per un bombardamento.” Assar Lindbeck, Presidente del Comitato Nobel per l’Economia.
Non trovate che ci siano espressioni, frasi che racchiudano in estrema sintesi concetti complessi e apparentemente inspiegabili, spiegati invece con la semplicità più estrema? Non vorrei essere blasfemo ma Milan Kundera poteva anche limitarsi al solo titolo del suo romanzo “L’insostenibile leggerezza dell’essere”, riuscendo a far cogliere comunque il senso del suo messaggio.
Tornando all’affermazione di Lindbeck, essa racchiude da una parte la problematica della crisi in atto ed al contempo la sua soluzione.
A me non sembra che sia poi così difficile da capire: idee e governo. Tutto qui.
Le idee ci sono, non siamo italiani per caso, abituati da sempre ad inventarci la vita mescolando sapientemente come in un cocktail inventiva, cultura e contraddizioni;
più di un deficit emerge invece costantemente nella parte organizzativa.
Sessanta milioni di allenatori della Nazionale di calcio, sessanta milioni di governanti con poteri di veto!
Sembra quasi che ci si sforzi tanto di trovare iniziative valide alla ripresa solo per mostrare ancora di più la nostra abilità nell’impedirne la realizzazione e mostrare le personali insegne di un dannoso potere.
L’housing sociale, le grandi opere pubbliche, il recupero del patrimonio edilizio, persino l’apertura di una porta in casa propria, tutto, e dico proprio tutto, necessita di un tale coacervo di pareri, giudizi, valutazioni che non c’è più alcuno spazio per qualsiasi forma di iniziativa. Nessuno di noi vuole aprire le porte ad una sfrenata deregolamentazione, ma non si faccia nemmeno finta di non sapere che è proprio nel vincolismo più assoluto che trovano linfa vitale la scaltrezza e l’intraprendenza dei soliti – chiamiamoli – furbi.
Ci si guardi in faccia e ci si riconosca il reciproco valore dei ruoli, per una ripresa comune, per una possibile speranza di futuro per i nostri giovani ai quali abbiamo dato ogni benessere, salvo poi riprenderci i giocattoli andandocene via dalla loro stanza e lasciando loro solo un gran casino!
da Costruttori Romani, n. 4 aprile 2011. CR_04_11
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