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Qualità delle opere: perché è necessaria una sempre maggiore integrazione tra le figure professionali

È consuetudine nel mondo dell’edilizia ritenere antitetici, o quantomeno inversamente proporzionali, i termini “risparmio” e “qualità”. Certo esistono valutazioni e opinioni che li fanno comunque ritenere, se in buon equilibrio fra loro, elementi utili alla commercializzazione del bene. Eppure esistono parti del processo edilizio per i quali l’assunto iniziale risulta errato. Prendiamo per esempio la progettazione di un immobile. Il cambiamento in atto delle normative e le sempre maggiori specifiche richieste, infatti, obbligano il promotore costruttore, contrariamente al passato,

ad avvalersi di diverse figure professionali per la redazione di un progetto esecutivo.

È noto a tutti come sia oggi necessario ricorrere, oltre che alle tradizionali figure dell’architetto progettista e dell’ingegnere strutturista, anche a competenze legate al contenimento dei consumi e al risparmio energetico, alla redazione degli impianti elettrici, idraulici, termici, alla sicurezza sia in fase di progettazione sia in fase di realizzazione delle opere, alle norme antincendio e Dio sa cos’altro ancora per rispettare una corretta realizzazione e ottenere tutte le certificazioni necessarie alla regolarità tecnica e amministrativa dell’edificio.

Ora è evidente come ciascun professionista incaricato intervenga sul progetto successivamente ad altri, quasi sempre modificandone o compromettendone il lavoro. Si sente pertanto la necessità di una progettazione integrata, che consenta a più professionisti di operare contemporaneamente sullo stesso progetto.

Per questi motivi la Fondazione Almagià, che ha tra i propri scopi sociali la ricerca di meccanismi che agevolino il lavoro delle imprese, ha intrapreso una ricerca in collaborazione con il Dipartimento di Architettura e Urbanistica per l’Ingegneria dell’Università la Sapienza di Roma al fine di promuovere uno studio che affronti tale problematica con il proposito di mettere a punto un sistema operativo “condiviso” che consenta al gruppo di progettisti incaricati di interrelazionarsi tra loro in contemporanea ottimizzando i tempi di elaborazione del progetto e, soprattutto, contenendo

possibili errori durante le fasi della costruzione.

L’articolo del Prof. Gianfranco Carrara è una breve introduzione di approccio alla ricerca che intendiamo condurre a termine, per garantire alle imprese serenità operativa, sia con ritorni positivi di qualità del prodotto sia con notevoli risparmi del costo di costruzione per effetto di una più ordinata metodologia di intervento e la sostanziale riduzione di modifiche in opera.

di Giancarlo Goretti

Presidente della Fondazione Almagià

da Costruttori Romani, n. 11-12 novembre-dicembre 2009 CR_11_12_09

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